Trittico di Santa Chiara, 1270
La collaborazione fra Galleria dell’Accademia e la Pinacoteca Nazionale ha reso possibile la ricostituzione di questo trittico accostando tre tavole, che per affinità stilistica e caratteristiche tecniche si suppone costituissero un unico oggetto. La coerenza formale fra gli elementi conferma l’ipotesi: sia la tavola centrale che i due sportelli, infatti, mostrano le tracce di cerniere metalliche per l’ancoraggio fra le parti, le cui posizioni corrispondono. La tavola fiorentina e le due senesi hanno vissuto vicissitudini diverse, ciò spiega uno stato di conservazione non uniforme del trittico. Il trittico così ricomposto si colloca naturalmente in questa sala dedicata alla seconda metà del Duecento, con opere degli albori della scuola senese prima dell’affermazione di Duccio di Buoninsegna. Gli anni di massima espansione politica ed economica di Siena videro l’attività di molti pittori, legati allo stile bizantino ma, allo stesso tempo, pronti a recepire la più aggiornata pittura naturalistica elaborata a Firenze da Cimabue. La Madonna con Bambino è raffigurata secondo l’iconografia bizantina dell’odigitria, con la Vergine che indica il figlio, seduta su un trono dalla struttura sontuosa. La rigida impostazione bizantina è addolcita da alcune varianti, ricorrenti in altre opere della sala, ovvero le tavole inv. 587 e 16, come la posizione della Madonna, con il volto inclinato e rivolto verso il figlio e le gambe contrapposte lateralmente rispetto al busto frontale. La preziosa veste, percorsa da pieghe spezzate sottolineate da dorature astratte, è però naturalisticamente stretta in una mano della Madonna, che raccoglie il velo bianco in cui è avvolto il bambino. Negli sportelli le scene relative a San Francesco e Santa Chiara vengono messe in parallelo ai martirii di San Bartolomeo e di Santa Caterina d’Alessandria, legando così i santi contemporanei a quelli dei primi secoli della cristianità. La presenza dei due francescani suggerisce una provenienza dal monastero di Santa Petronilla, sede senese delle clarisse. Gli episodi sono descritti con gusto popolaresco, estremamente narrativo e dominato da un’espressività vivace nei volti e nelle posizioni di alcune figure. Nelle architetture che fanno da sfondo si ritrovano gli stessi motivi decorativi e i colori chiari e squillanti del trono su chi siede la Madonna. I rosa, gli azzurri e i violetti, modulati in diverse intensità, risaltano per accostamento con il bianco, mostrando la predilezione per il colore che contraddistingue l’arte senese fin dalle sue origini.Triptych of Saint Clare, 1270
The project to recompose the triptych, by combining three panels, which due to stylistic affinity and technical characteristics is believed to constitute a single piece, found its realization. This was made possible thanks to the collaboration between the Galleria dell’Accademia and the Pinacoteca Nazionale.The formal coherence between the elements confirms the hypothesis: both the central panel and the two doors, in fact, show traces of metal hinges for anchoring the parts, whose positions correspond. The Florentine panel and the two Sienese ones had different conservation vicissitudes, which explains the non-uniform state of the conservation of the triphych.
The triptych thus recomposed naturally fits into this room dedicated to the second half of the thirteenth century, with works from the dawning of the Sienese school before the affirmation of Duccio di Buoninsegna. The years of maximum political and economic expansion of Siena saw the activity of many painters, linked to the Byzantine style but, at the same time, ready to incorporate the most up-to-date naturalistic painting developed in Florence by Cimabue.
The Madonna and Child is depicted in accordance with the Byzantine iconography of odigitria, with the Virgin pointing to her son, seated on a lavishly structured throne. The rigid Byzantine setting is softned by some variants, recurring in other works in the room, as inv. 587 and 16, like the position of the Madonna, with her face inclined and turned towards her son and her legs opposed laterally with respect to the frontal bust. The precious robe, crossed by broken folds underlined by abstract gilding, is however naturalistically held in one hand of the Madonna, who collects the white veil in which the child is wrapped.
In the doors, the scenes relating to Saint Francis and Saint Clare are paralleled with the martyrdoms of Saint Bartholomew and Saint Catherine of Alexandria, linking the contemporary saints to those of the first centuries of Christianity. The presence of the two Franciscans suggests that the painting comes from the monastery of Santa Petronilla, the Sienese seat of the Poor Clares.
The episodes are described with a popular gusto, extremely narrative and dominated by a lively expression in the faces and positions of some figures. In the architecture in the background we find the same decorative motifs and the light and bright colors of the throne on which the Madonna sits. The different intensities of pink, blue and violet, stand out when combined with white, showing the predilection for color that has distinguished Sienese art since its origins.
Input your search keywords and press Enter.