Maestro di Tressa (sec. XIII)
Redentore benedicente fra angeli e simboli degli Evangelisti
1215
dalla chiesa dei Santi Salvatore e Alessandro in Fontebuona (Badia Berardenga), Castelnuovo Berardenga, Siena
tempera e oro su tavola
cm 100 x 197
inv. 1
negli scomparti laterali: La leggenda del Crocifisso di Beirut (a sinistra), due episodi del Ritrovamento della vera Croce e il Martirio di Sant’Alessandro (a destra)
Quella del Maestro di Tressa è la più antica opera d’arte senese di cui si conosca la data: 1215, come si legge nell’iscrizione che corre lungo la cornice. La funzione della tavola non è ancora stata definita con certezza e rimane aperta la discussione se si trattasse di un paliotto, collocato nella parte anteriore dell’altare, o di un dossale, da porsi invece sopra alla mensa.
Gli arredi degli altari, all’inizio del XIII secolo, non sono costituiti esclusivamente da tavole dipinte; spesso, come in questo caso, si trattava di ibridi fra scultura e pittura. Il bassorilievo, impreziosito dall’oro e dai toni raffinati del blu, vuole fingere un manufatto realizzato in metalli preziosi, di cui la tavola in legno rappresenta un’alternativa più economica.
Il Redentore Benedicente siede al centro di una mandorla, che rappresenta l’universo, circondato dai simboli dei quattro evangelisti. Ai suoi lati si svolgono scene dedicate al Miracolo del Crocifisso di Beirut, a sinistra, e alla Leggenda della vera croce a destra. La composizione è caratterizzata da un gusto narrativo semplice e diretto, sottolineato anche dai gesti chiari ed evidenti e dalla modalità di rappresentazione delle figure che risultano caratterizzate da teste un poco sproporzionate dove spiccano occhi grandi dallo sguardo intenso.