La statuetta fu realizzata per servire in diverse occasioni come oggetto liturgico. Poteva infatti essere utilizzata sia in posizione stante, come fanno pensare il gesto di benedire e il pugno chiuso che doveva in origine stringere un oggetto, che come bambino giacente da esporre nella mangiatoia durante la celebrazione del Natale. Il buono stato di conservazione permette di apprezzare ancora la cromia originale che presenta la doratura dei capelli e un incarnato rosato nel volto, negli arti e su collo e spalle. La restante parte del corpo è invece trattata con un colore neutro di preparazione, anch’esso antico, che si spiega con l’uso di vestire il piccolo Gesù in occasione di determinate ricorrenze.

Il Bambino è realizzato con estrema naturalezza nelle proporzioni, nel leggero movimento delle gambe e in dettagli come il ventre leggermente rigonfio o il volto paffuto, che lo assimilano a un bambino di pochi mesi. Questi elementi di dolce attenzione al reale, insieme a un gusto raffinato, vicino al Gotico internazionale, sono caratteristici della produzione di Francesco di Valdambrino, a cui è riferita l’opera, uno dei protagonisti della scultura toscana del primo Quattrocento